venerdì 18 aprile 2008

Al Presidente della Commissione Antimafia Roberto Centaro

Spett. le Presidente Commissione Antimafia
On. Roberto Centaro.
lì 20 agosto 2004
Oggetto: richiesta incontro riservato.
Spett.le Presidente, On. Roberto Centaro,
seguendo il consiglio del Senatore Ferdinando Dalla Chiesa, scrivo per chiederLe, un incontro riservato in merito ai fondati e documentati sospetti che dalla sera del 25 febbraio 2002, assillano la mia mente in ordine al movente, che molto probabilmente ha determinato la strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992 a Palermo.
Il mio fondato e documentato sospetto, si consolida pittoricamente lungo l’arco di quindici anni di patriottiche battaglie contro “cosa nostra” e la mafia (1982-1997): è il racconto delle vicende sociali, economiche, politiche e giudiziarie attivate dallo scrivente e dalla moltitudine dei suoi compagni di lavoro, contro “cosa nostra” che operò indisturbata per almeno un ventennio dentro Fincantieri a Palermo e del modo in cui quelle battaglie furono perdute, anzi, di come lì lo Stato dentro quello stabilimento navale aveva cambiato natura e si era ritirato, lasciando emergere un modo di gestire l’insieme dei poteri economici, politici, sindacali e Istituzionali, che perdevano progressivamente i caratteri della legalità, sostituendoli con una normalità modellata sull’accettazione di comportamenti platealmente illegali che, erano ormai divenuti la norma fondante della progressiva deindustrializzazione di quella che storicamente era stata la più grande realtà industriale della Sicilia.
Dentro questo mio viaggio esistenziale, si snodano e si liberano inesorabilmente quelle verità che notificano la descrizione della sparizione dei confini fra Stato e Antistato, tra diritto e crimine; di più, viaggiando dentro di esso si perde la possibilità di individuare l’Antistato perché lo Stato, dentro quello stabilimento navale ed in quell’importante borgata di Palermo, sì era dissolto..
Questo è il contesto che vede entrare in scena Emanuele Paolo Borsellino ed un nuovo impegno della Procura di Palermo... tutto si risolse nel giro di pochi giorni... e già all’indomani della strage di via D’Amelio, qualcuno in quella Procura riprese la linea degli errori che salvarono Fincantieri e “cosa nostra” che indisturbata, continuò ad esercitare le sue “funzioni regolatrici” nello stabilimento navale di Palermo, fino al 12 luglio 1997: ma, c’è di più, molto di più...
ON. Presidente, spero che la SV/ accolga questa mia patriottica richiesta, consentendomi così di ancorare i fatti che fondano il mio solido sospetto, nella conoscenza della Sua Autorevole figura Istituzionale e se la SV/ lo riterrà opportuno anche, alla conoscenza dell’intera Commissione Antimafia, perché vivo la preoccupante impressione che, la Magistratura di Caltanissetta mi sfugga rischiando di commettere quegli errori che, potrebbero vanificare la speranza (almeno quella) di rendere Giustizia ad Emanuele Paolo Borsellino ed i cinque Poliziotti che lo scortavano.
Sulla mia storia ed in ordine ai fatti di cui si è già interessata negli anni 1998-99 la Commissione, oggi da Lei Presieduta, può chiedere delucidazioni all’attuale Sottosegretario agli Interni ON. Alfredo Mantovano, che nel mese di gennaio 1999 relazionò, l’inchiesta di questa Commissione che fu approvata all’unanimità, che fra l’altro la SV/ dovrebbe ben conoscere per aver partecipato a quei lavori, e per aver contribuito notevolmente a rendermi un minimo di giustizia morale e politica.
Con stima e fiducia
Gioacchino Basile

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